Università degli Studi di Siena

Finem dare: il confine, tra sacro, profano e immaginario. A margine della stele bilingue del Museo Leone di Vercelli

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Stele bilingue del Museo Leone di VercelliUniversità degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”
Fondazione Istituto di Belle Arti e Museo Leone di Vercelli
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte

Finem dare: il  confine, tra  sacro,  profano e immaginario

A margine della stele bilingue del Museo Leone di Vercelli

Convegno internazionale
Vercelli, Facoltà di Lettere e Filosofia
cripta di S. Andrea

22-24 maggio 2008

A quasi cinquant’anni dal ritrovamento nella Sesia (maggio 1960) della stele bilingue latino-gallica e ad oltre un trentennio dai primi studi scientifici di Maria Grazia Tibiletti Bruno e Paolo Baldacci, appare opportuno non solo riconsiderare il quadro delle conoscenze stratificatosi nella successione degli studi ma anche cercare di contestualizzare questo reperto cosi emblematico della più antica storia di Vercelli in un quadro più articolato e interdisciplinare.

I restauri condotti sul reperto con la pulizia ed il consolidamento della superficie, le nuove campagne fotografiche di documentazione, l’enorme arricchimento delle conoscenze nell’ultimo ventennio sull’epigrafia e sull’archeologia celtica cisalpina permettono ormai di superare alcuni dubbi di lettura del testo epicorico, che dunque può dispiegare appieno la sua eccezionale importanza per la comparazione con il testo latino, in un rapporto biunivoco di spiegazione linguistica e culturale.

Il testo latino stesso non solo costituisce la più antica iscrizione latina su pietra del Piemonte, ma anche mostra la difficoltà di tradurre nella terminologia epigrafica romana atti rituali e concetti tipici della sacralità celtica, permettendo di cogliere in concreto uno dei passaggi fondamentali della romanizzazione del Piemonte.

La stele in sé, con i suoi confronti protostorici, e la definizione di un’area sacra delimitata da quattro termini, rimandano ad una problematica caratteristica dell’archeologia celtica e gallo-romana soprattutto Oltralpe, dove molto varia ed articolata è la casistica - documentata dall’archeologia - dei “recinti quadrangolari”, interpretati genericamente come aree sacre private e pubbliche, tra la protostoria e l’età romana.

Infine l’idea originale di un “confine comune agli dei ed agli uomini”, come riportato nell’epigrafe, consente di approfondire la nozione stessa di confine nel mondo antico, nella sua sfaccettata interpretazione tra ambiti civili, politici e sacrali, e nelle diversità di atteggiamento culturale tra mondo greco, italico, celtico, romano, estendendo l’indagine ad un’anche più ampia prospettiva diacronica, comprensiva anchedell’età moderna.

Da queste premesse nasce il progetto di questo convegno, che è peraltro esteso “oltre i confini” agli ambiti internazionali e, richiamando specialisti di diversi settori disciplinari, si propone di fare finalmente apprezzare nelle sue diverse valenze un monumento unico nell’archeologia cisalpina, posto per sua natura veramente a cavallo ed a discrimine di mondi diversi, tra preistoria ed età romana, tra celtico e latino, tra Roma e le Gallie, tra dei e uomini, tra archeologi o storici  e linguisti.

Scarica il programma provvisorio (pdf format)

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Gisella Cantino Wataghin, Dipartimento di Studi Umanistici
cantino@lett.unipmn.it
Anna Rosso, Museo Leone di Vercelli
museoleone@tiscali.it
Filippo M. Gambari, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte
filippomaria.gambari@beniculturali.it

Informazioni: Convegno bilingue - Segreteria organizzativa – dott. Ciro Colombara
Dipartimento di Studi Umanistici, via A. Manzoni 8, 13100 Vercelli
Tel. 0161 269935 – fax 0161 269959 – e-mail convegnobilingue@lett.unipmn.it