slideshow 1 slideshow 2 slideshow 3 slideshow 4 slideshow 5 slideshow 6 slideshow 7 slideshow 8

La “live excavation”

La “live excavation”
Autore: 
Marco Valenti
Casa editrice: 
All'Insegna del Giglio
Anno di pubblicazione: 
2012

Articolo pubblicato in REDI F., FORGIONE A. (a cura di), VI Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, L'Aquila, 12-15 settembre 2012, All’Insegna del Giglio, Firenze, 2012, pp. 48-51

download disponibile
AllegatoDimensione
Scarica il testo in formato PDF234.14 KB
Abstract: 

L'informazione archeologica, come qualsiasi forma culturale, é un bene comune e come tale dovrebbe essere trattata, sia nella tutela sia nella divulgazione, sposando il concetto di democratizzazione dell'informazione archeologica. Rendere pubblica la propria ricerca, nel nostro caso gli scavi, è un dovere imprescindibile; in tale direzione il gruppo di lavoro LIAAM, dopo aver spinto molto sulla gestione informatizzata dello scavo archeologico sino dalla fine degli anni '90, oggi si sta cimentando con una sola parola d’ordine: live excavation. La ricerca esasperata della trasparenza significa per noi fare un'operazione di Archeologia Pubblica alla massima potenza ideologica e politica, trovando peraltro una sponda perfetta in quell'uso massiccio di tecnologia nella pratica archeologica che negli ultimi vent'anni ha progressivamente mutato le metodologie di lavoro; dall'immagazzinamento dei dati (si pensi ai grandi sistemi di database e GIS) sino alla loro analisi, la costruzione di conoscenza è legata a doppio filo all'informatica. La questione metodologica è così in primo piano; cioè come le scelte fatte di documentazione-informazione
cambino (in bene o in male non sta a noi dirlo) la natura dello scavo archeologico, indirizzando verso modi diversi di ragionare (perché impostiamo routine di documentazione che obbligano a pensare in determinate modalità e direzioni) e di interpretare. Quindi un fase, volenti o nolenti, di trasformazione e di travaglio teorico e metodologico che non possiamo eludere. Qualità, trasparenza, uso delle tecnologie attuali della comunicazione estrema significa per noi raffinare continuamente quanto stiamo facendo, traendone regole fluide e dinamiche che arricchiscono la nostra posizione teorica di partenza e la sviluppano. I mezzi attuali disponibili per migliorarne la qualità e di comunicazione possono e devono essere esplorati e percorsi per raggiungere tali obiettivi. Tutto ciò dietro alcuni principi base ai quali noi, per formazione, origini, esperienze di gruppo fatte e razionalizzate, non possiamo e non vogliamo rinunciare: documentare tutto (non lo consideriamo overflow, tutt’altro); processare i dati usando la tecnologia come strumento di elaborazione; costruire gli strumenti di processamento; rendere pubblici i passi che svolgiamo quotidianamente, la documentazione che realizziamo, ciò che ipotiziamo; siamo per la democratizzazione del dato e dell’informazione ricercando l’informazione partecipata.