slideshow 1 slideshow 2 slideshow 3 slideshow 4 slideshow 5 slideshow 6 slideshow 7 slideshow 8

Lo scavo 2.0: tablet e gestione live dei dati

Lo scavo 2.0: tablet e gestione live dei dati
Autore: 
Vittorio Fronza
Casa editrice: 
All'Insegna del Giglio
Anno di pubblicazione: 
2012

Articolo pubblicato in REDI F., FORGIONE A. (a cura di), VI Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, L'Aquila, 12-15 settembre 2012, All’Insegna del Giglio, Firenze, 2012, pp. 59-64

download disponibile
AllegatoDimensione
Scarica il testo in formato PDF214.63 KB
Abstract: 

Il tablet, come prodotto informatico, non è un concetto nuovo. L'idea esiste da diversi decenni e fino a qualche tempo fa questi tipi di dispositivi erano noti soprattutto con la definizione di “computer palmari” o PDA (Personal Digital Assistant); dal 2001 il termine tablet comincia ad entrare nell'uso più comune in seguito alle specifiche rilasciate da Microsoft. Fino a pochi anni fa, però, non si poteva disporre di soluzioni tecnologiche sufficientemente potenti, tali da consentire la realizzazione di dispositivi largamente usabili e funzionali; vari tentativi di realizzare un prodotto di massa, in passato, si sono rivelati fallimentari (su tutti, basti pensare all'Apple Newton). Negli ultimi tempi la situazione è decisamente cambiata: la miniaturizzazione spinta dei circuiti elettronici, il risparmio energetico, lo sviluppo nel settore delle batterie, il miglioramento dei display LCD-Led e delle schede grafiche, la tecnologia multitouch, i dischi a stato solido sono tutti aspetti che permettono ora la progettazione di mobile device sempre più raffinati.

Queste recenti evoluzioni sono servite da stimolo per il nostro gruppo di ricerca che ha intrapreso un percorso teso a valutare le potenzialità connesse all'uso del tablet in archeologia, focalizzando l'interesse soprattutto sulle problematiche connesse alla gestione dei dati di scavo. Da sempre, infatti, l'attenzione all'evoluzione del mercato tecnologico è uno dei principi alla base del nostro modus operandi. Seguendo questo ragionamento e basandoci sui capisaldi che ispirano da quasi 20 anni il lavoro del LIAAM di Siena, è facile comprendere come l'avvento del mobile computing, e dei tablet in particolare, abbia rappresentato per noi fin dall'inizio un terreno fertile per proseguire quella «sperimentazione continua e febbrile» che caratterizza il nostro gruppo di lavoro.